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2016
Quattordici architetti fondano nel 1964 lo Studio Grau (Gruppo romano di architetti e urbanisti) di Roma. Inizia una lunga storia. Progetti, concorsi, realizzazioni, scritti teorici, pubblicazioni, mostre. Un racconto molto esteso, appena riassunto nel libro-catalogo Isti mirant stella (Edizioni Kappa Roma, 1981, ora in riedizione nella collana Grau.2). Nel 1980 la I Biennale di Architettura «La Presenza del Passato» a Venezia riconosce lo Studio come uno dei protagonisti della scena internazionale, nella cornice storico-critica delineata dal pensiero post moderno.
Il successo trova un po’ tutti impreparati. La cornice di Venezia va stretta al Grau che vede linguaggi complessi, variegati. Con un’evidente sfasatura fra ricerca interna e riconoscimento istituzionale. Mille dubbi. Idee personali sullo stato delle cose. Aperture/chiusure che non portano a una nuova sintesi. La Storia, nel frattempo, torna al punto zero. Lo Studio si interroga sì, eccome, ma è ancora chiuso, autoreferenziale. Per approssimazione, si può dire che il tutto “tiene” fino al 1984. Vent’anni. Che oggi qui definiamo Grau.1: Alessandro Anselmi – Paola Chiatante – Gabriella Colucci – Anna di Noto – Pierluigi Eroli – Federico Genovese – Roberto Mariotti – Massimo Martini – Giuseppe Milani – Francesco Montuori – Patrizia Nicolosi – Gianpietro Patrizi – Franco Pierluisi – Corrado Placidi - Enzo Rosato (scultore).
Tanto Grau.1 appare come gruppo solido e compatto (forma assertiva che nasconde una fragilità latente), quanto Grau.2 (1984-2014) si connota come una costellazione mutevole e variegata. Opinioni opposte sul senso stesso del post moderno. Siamo nell’incendio del decostruttivismo. Pieno di strappi il guardare a Grau.1, nel dubbio che troppi segni si siano dissolti nella nebbia della laguna. Nell’epifania di percorsi autonomi, in forme e tempi sempre più liberi e casuali. Dentro una professione ruvida, che non gradisce certo lezioni di stile.
Lo Studio c’è e non c’è. Con una flessibilità ai casi della vita che si rivela un bene per tutti. Il privato fa la sua parte. Nessuno si prende la briga di fare i conti con il tempo che passa. Nessuno dà giudizi. Le personalità (e le poetiche) si diversificano fra loro. Cadono i rigidi confini disciplinari propri di Grau.1. Matura un atteggiamento più tollerante, relativistico, curioso. Le idee arrivano sulla terra. Nel 1992 manca prematuramente Pierluisi, un riferimento per tutti. Si continua. A piccoli gruppi. Da soli. Come sia. Ma il legame c’è. È innegabile. Evidente. Quasi irragionevole. Poi manca Anselmi e il trauma è radicale. Poi Eroli, l’amato bastian contrari. Infine l’acquisizione di oltre 1.000 disegni da parte del Centre Pompidou di Parigi ci fa riflettere. Anche qualcuno che ci intervista. Domande mute fra noi. Conviene fermarsi. Valutare. Misurare il senso (o meno) di una galassia Grau.2.
Nel 2014 (il cinquantenario) tutti sono di nuovo attorno allo stesso tavolo. Come architetti. E il sentire è il medesimo. Se Grau.2 esiste non lo è per una meccanica estensione di Grau.1. Nessun Grau può essere per sempre! Si decide di mostrare i percorsi di ciascuno. Rispettando qualsiasi esito, anche il silenzio. Cercando un «nuovo» giudizio, come è giusto che sia. Così lo Studio lavora oggi a una Collana di e-book personali e personalizzati. Storie di singoli. Ossessioni. Idee. Sconfitte. Nuovi modi di raccontare. Nell’eterno (ora privatissimo) rovello fra segno e significato. Dentro vite professionali tutte strane assai. Certo non protette dall’alloro di Venezia… Nel 2017 e nel 2018 altri, di noi, ci lasciano. E decidiamo di interrompere l’elenco. Che tutti insieme, mischiati nel ricordo, vogliamo continuare a essere.
La collana di e-book Grau.2 propone i primi titoli in programma, di cui alcuni già in via di completamento. Lo sviluppo dell’iniziativa prende le mosse da libri personali che i singoli componenti del Grau curano da un loro singolare punto di vista, nella ricerca esplicita di diversità e/o sommerso. A questa ossatura portante si aggiungono libri legati a semplici occasioni professionali che si vuole significative, nonché altri libri di amici artisti. Ovviamente c’è una curiosità verso i giovani in cerca di auto-pubblicazione. Ovviamente c’è una curiosità verso quegli architetti autori nell’ombra e nel disincanto di linguaggi sommersi e di qualità. Nella disponibilità a discutere sempre e comunque proposte fuori schema.
The ‘birth’ of the e-book collection entitled Grau.2 will be extensively described in the next few pages, but what we propose here are the first titles in the programme, some of which are currently being completed. The initiative was inspired by the personal books that each member of the Grau curate from their own point of view, specifically searching for diversity and/or the submerged. Other books, linked to meaningful professional opportunities, or books by their artist friends, will be added to this load-bearing frame. Clearly, one focus is the young in search of self-publication. Another focus are the architects/authors in the shadows and disenchantment of submerged, quality languages. This collection is, forever and always, ready to discuss out-of-the-box proposals.
Corrado Placidi – Vistalago (vai alla scheda)
Carla Giovannone, Francesco Montuori – l’Arco trionfale voluto dal Cardinale Scipione Borghese nel feudo di Montefortino (vai alla scheda)
Roberto Mariotti – All’ombra del disegno (vai alla scheda)
Franco Pierluisi – Visione di Roma (vai alla scheda)
Anna Di Noto, Francesco Montuori – La Scena Prospettica del Teatro all’Antica di Sabbioneta (vai alla scheda)
Matteo Mariotti – Un Plan sencillo (vai alla scheda)
Massimo Martini – Riscrivere/Rewriting (vai alla scheda)
Patrizia Nicolosi – Tutte si muovono le foglie del bosco 1 (vai alla scheda)
Patrizia Nicolosi – Tutte si muovono le foglie del bosco 2 (vai alla scheda)
Patrizia Nicolosi – Tutte si muovono le foglie del bosco 3 (vai alla scheda)
Enzo Rosato – Attraverso la materia (vai alla scheda)
AA.VV. – Isti mirant stella (vai alla scheda)
Anna Di Noto, Francesco Montuori – Paesaggi Cammini Città (vai alla scheda)