Primarosa Cesarini Sforza
a cura di Francesca Gallo
Primarosa Cesarini Sforza – matura artista romana con un’ampia attività internazionale – è conosciuta soprattutto per il personale modo di declinare il linguaggio pittorico con fili di seta “grondanti” dalle tele al posto del colore e con cui tratteggia immagini ricorrenti di uccelli, giardini, case, bambini.
Nella personale da AOCF58, invece, torna, dopo molti anni, al disegno su carta, con una serrata e quasi ossessiva ripetizione di un modulo abitativo: una semplice casetta, un po’ come quelle immaginate dai bambini, disposte con maniacale sistematicità in una griglia di ortogonali. Il risultato sembra un inquietante progetto urbanistico, che rispecchia l’anonimato e la solitudine contemporanee, di cui l’abitazione è metafora. Ma poi, con l’ironia che contraddistingue l’arte attuale, l’ordine si trasforma in disordine e le casette, questa volta tridimensionali, si ammonticchiano, abbandonate nel cesto dei giocattoli o, forse, in attesa dei sogni del prossimo progettista.
Caratteristica costante della ricerca di Primarosa Cesarini Sforza è quindi il libero attraversamento dei codici espressivi della pittura e della scultura, secondo un percorso in cui le immagini – con un valore simbolico e affettivo sovente personale – transitano dalla bidimensionalità alla concretezza oggettuale, attraverso un repertorio di tecniche imperniate sulla manualità, a volte semplici e immediate, a volte lente e meditate.
Per il quarto anno di fila la rassegna 41°54′ N-12°28′ E, ideata da Francesca Gallo per AOCF58, si ispira alle stanze poetiche di Emily Dickinson, in cui prendono forma, questa volta, pensieri e ricordi, sogni e figure, con forza e insistenza ossessive. Il titolo del progetto, invece, coincide con le coordinate cartografiche dello spazio espositivo intese come metafora dell’incontro.