ott 052020
 

 

 

sabato 10 ottobre  2020 ore 17.00 apertura mostra di Christine Maigne: “Prima il punto” 

dal 10 ottobre  al 6 novembre 2020

Christine Maigne si avvicina agli spazi come ad ambienti in cui si sviluppano forme elementari la cui natura e il cui futuro ci sono sconosciuti. Le sue opere assumono la forma di famiglie di puntini, buchi irregolari, o insiemi di peli, che sembrano invadere lo spazio e si nutrono di bianco.

 

Ecco il punto nero, la prima manifestazione visiva, che si presta alla metamorfosi. Appare organizzato come uno schema di sfondo sulle pareti. Su questa base geometrica che ricorda una semplice carta da parati, i punti si moltiplicano in modo casuale in alcune zone e crescono di spessore fino ad assumere l’aspetto di forme pelose. L’opera si appoggia su una realtà, lo spazio della galleria, e fa sbocciare l’organicità sulla trama inerte.

 

Come ci si aspetterebbe da una parete di una galleria, le opere sono esposte, ma sembrano anche essere soggette alla trama di punti neri che traspaiono attraverso le cornici in una forma più vibrante. È in una sottile volumetria tra disegni, piccoli rilievi e la traslucidità del vetro che appaiono minuscole forme epidermiche.

 

Seguendo l’esempio del racconto di Charlotte Perkins Gilman, “The yellow wall-paper”, dove un mondo inquietante nasce dalle allucinazioni dell’eroina davanti alla sua carta da parati gialla, ecco che in un biancore macchiato di punti neri si accede a un mondo organico latente.

 

Lo sviluppo casuale delle macchie e la crescita di steli scuri, pur essendo il risultato di una geometria di punti, ci rimanda alla nostra animalità, alla natura, alla biologia degli esseri viventi. Come in altre opere e mostre dell’artista, “Implants” e “In vitro”, prende forma un territorio ambiguo che mette in discussione il vivente e i suoi limiti, in tensione tra realtà e finzione, tra il naturale e l’artificiale.

 

Christine Maigne vive a Parigi e lavora su concetti relativi alla crescita e allo sviluppo. Le sue opere sono sviluppate su scale diverse. È autrice di varie opere permanenti all’aperto realizzate con artigiani nell’ambito di commissioni pubbliche ad Angers, Caen e nella regione parigina. Ha appena inaugurato Rhizome, un’opera sparsa in un quartiere di Rouen, composta da oltre 50 elementi scultorei in cemento bianco in spazi verdi. Ha esposto in Francia e all’estero, in particolare a Montreal (Canada) dove ha tenuto diverse mostre personali, tra cui una grande installazione in uno spazio urbano innevato. Sta inoltre sviluppando nel suo studio un lavoro più intimo, già esposto in mostre personali (alla galleria Next Level di Parigi) e collettive.

 

Orario: dal lunedí al venerdí 16,30-19,00

Solo su appuntamento

 

In osservanza del DPCM del 9 marzo 2020, che estende all’intero territorio nazionale la sospensione delle attività dei luoghi della cultura già dichiarata per far fronte all’emergenza sanitaria in corso a causa della pandemia di COVID-19, la AOCF58 – Galleria BRUNO LISI è rimasta chiusa diversi mesi. Riapre il 10 ottobre 2020 nel rispetto delle indicazioni relative alle misure specifiche per il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2 per preservare la salute dei visitatori .

Misure sanitarie precauzionali di contenimento che verranno adottate:

  • l’accesso alla Galleria è consentito solo con mascherina che copra completamente il viso e la bocca per tutta la durata della visita

 

  • sanificare le  mani

 

  • l’accesso alla Galleria sarà consentito solo a 3 persone alla volta e dopo aver lasciato nome, cognome, numero di telefono alla segreteria

 

  • all’interno della galleria  sarà necessario mantenere la distanza di sicurezza minima di 2 metri e evitare assembramenti, a meno che non si tratti di un nucleo familiare

 

 

 

 

nov 132017
 

14 /22 dicembre 2017

A  cura di:   Grau.2

 

 

La collana di e-book Grau.2 continua a essere la protagonista dei primi titoli in programma delle mostre di questa stagione 2017/2018. Lo sviluppo dell’iniziativa prende le mosse da libri personali che i singoli componenti del Grau curano da un loro singolare punto di vista, nella ricerca esplicita di diversità e/o sommerso. A questa ossatura portante si aggiungono libri legati a semplici occasioni professionali che si vuole significative, nonché altri libri di amici artisti. Ovviamente c’è una curiosità verso i giovani in cerca di auto-pubblicazione. Ovviamente c’è una curiosità verso quegli architetti autori nell’ombra e nel disincanto di linguaggi sommersi e di qualità. Nella disponibilità a discutere sempre e comunque proposte fuori schema.

 

Dice l’autore: “Tra settembre 2016 e febbraio 2017 il Palazzo di Cibeles di Madrid diviene oggetto di un comune esercizio di geometria descrittiva: l’intersezione tra una superficie piana accidentale e uno spazio architettonico.  Un infinito piano inclinato taglia idealmente in due il palazzo, come una katana o una superficie d’acqua. Dopo mesi di misure e costruzioni geometriche, l’installazione si risolve in modo semplice: alcuni disegni di costruzione, uno scotch da carrozziere blu per mostrare la linea d’intersezione e alcuni paesaggi acquatici per raccontare il sogno di un’inondazione. Il combinato fra questi tre modi espressivi mi sembra il modo migliore per spiegare quali effetti, fantastici e complessi, possa produrre un semplice piano secante, che appartiene alla scienza della geometria descrittiva, quando incrocia un luogo reale, fortemente connotato dai segni della vita dell’uomo. Scienza e vita nella curiosità di un artista”.

Questa mostra nella AOCF58 – Galleria BRUNO LISI è la cronaca dell’installazione in Centro Cibeles / Madrid.