mag 032023
 

Inaugurazione    sabato 13 maggio dalle 18,00 alle 20,00

dal 13 al 26 maggio 2023

Zoè Gruni:    Fromoso

A cura di:  Camilla Boemio

 

 

Media Partner          Forme Uniche

Collaborazioni          AAC Platform

Orario                     dal lunedì al venerdì, 17,00 alle 19,30

 

La Gruni è una delle artiste più rappresentative della sua generazione, coerente fino all’essere radicale, ha da sempre esplorato senza filtri le tematiche di genere, l’identità, la diaspora, la colonizzazione forzata in Brasile, la storia indigena, la causa femminista utilizzando il proprio corpo e dialogando in modo corale con altri performer, scrittori, registi nel realizzare opere in comunione per affrontare ‘nervi scoperti’ che le hanno permesso di arrivare allo stato di grazia, artefice di opere totali d’arte contemporanea.

In questa catarsi i simboli ramificati prendono forma, l’identità come indagine, come baluardo estetico politico nel quale si estendono le reminescenze della Dimensione Oscena di Peter Gorsen; il contenuto ideologico della ribellione morale come visione anticapitalistica, come ritorno al ‘ buon selvaggio’ di Rousseau, applicazione del senso rivoluzionario delle aggressioni ‘oscene’ alla morale costituita.

La mostra si articola e prende forma intorno alla video installazione ‘Fromoso’. Questo ultimo (Rio de Janiero, Brasile 2019-2020) è una video-performance ispirata al concetto di antropofagia. L’azione è stata realizzata in una discarica di carri del carnevale nell’area portuaria di Rio de Janeiro. Il corpo della ballerina cubana Ana Kavalis si abbandona ad un rituale esoterico nel quale viene assorbita fino a scomparire.

Le opere in mostra incorporano e partono dall’installazione site-specific composta di tessuti che circonda la video installazione, per arrivare a “Fromoso” (2020) stampa fotografica su forex, “Fromoso” (2020) che si compone di sei elementi realizzata in stampa fotografica su forex, e “Fromoso I”; “Fromoso II”; “Formoso III”; “Fromoso VI”, (2020) una serie di quattro incisioni in linocut su carta.

Secondo Boemio: “Zoè Gruni attinge alla tradizione visuale del secondo rinascimento evocato da Eugenio Battisti nel suo “L’Antirinascimento”, nonché a modalità caleidoscopiche antropologiche dell’arte nelle quali dialogano il potere arcaico del retaggio storico con il linguaggio più rigoroso dell’arte contemporanea. Descrive il corpo umano come uno strumento poroso di piacere, dedalo infuocato di trasformismo, fluido, indipendente, irriverente, nel quale aleggiano l’ancestrale terrore con stadi di ascesi. La sua inclinazione per la manualità e l’utilizzo con maestria dei materiali forgiano la scultura che diventa un’armatura da indossare (una seconda pelle) che si collega ai movimenti figurativi e funk della Bay Area, luogo nel quale ha vissuto a lungo, ma dal quale espande i retaggi pagani, creoli ed indigeni. Il corpo è l’ultima frontiera, il soggetto scomodo nel quale avvengono le trasformazioni. Il concetto di corpo come frontiera viene trattato da una vasta gamma di diverse angolazioni: formali, estetiche, esistenziali e politiche nelle quali è esorcizzato, venerato, mistificato rimanendo il protagonista assoluto. Anche questa mostra d’arte (dopo il talk di Febbraio tenutasi ai Pistoia Musei) è in movimento, come i passi della performer cubana protagonista di Fromoso. Passa da uno stato all’altro, diventando qualcos’altro, esplorando molteplici identità, fino alla sua ascesi.”

Segnaliamo il libro d’artista Segunda pele pubblicato da Metilene (2023), sviluppato durante l’esperienza dell’artista in Brasile, nasce dal bisogno di esorcizzare la paura del diverso. In questa ricerca il corpo diventa l’elemento catalizzatore capace di relazionarsi con gli altri, rappresentando il principale filtro fra l’essere umano e il mondo. Il volume è consultabile, ed acquistabile, anche nel bookshop di Palazzo delle Esposizioni, a Roma.

 

 

 

Zoè Gruni (Pistoia, 1982) ha vissuto e lavorato a lungo a Los Angeles, a Rio de Janeiro e a San Paolo. Diplomata presso l’Istituto d’arte di Pistoia, si laurea in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Successivamente si trasferisce in California e poi in Brasile dove ha modo di approfondire la propria ricerca artistica sui linguaggi del corpo in relazione ai contesti sociali e culturali locali. Ha collaborato con vari istituti di ricerca come il CCC Strozzina (Centro cultura contemporanea Palazzo Strozzi) di Firenze, la San Francisco Art Institute in California, l’Università FAAP (Fundação Armando Alvares Penteado) di San Paolo e la EAV Parque Lage di Rio de Janeiro in Brasile.

Il suo lavoro é rappresentato in Italia dalla Galleria Il Ponte (Firenze), esibendolo in molte fiere internazionali di arte contemporanea, tra le quali Artissima.

 

 

 

 

apr 122023
 

Inaugurazione    giovedi 13 aprile dalle 18,00 alle 20,00

dal 13 aprile al 5 maggio 2023

Matthew Smith:    Ascension

A cura di:  Camilla Boemio

Sostenuto da: Arts Council England

Supporter:  Morgana

Collaborazione: Melissa Pallini (Ask Again Studio)

Orario:dal lunedì al venerdì, 17,00 – 19,30

 

AOC F58-Galleria Bruno Lisi promuove la prima mostra italiana dedicata alla recente serie Ascension realizzata dal fotografo e scrittore britannico Matthew Smith, curata da Camilla Boemio e sostenuta dall’Arts Council England.

La serie è un viaggio interiore dell’autore, iniziato durante la pandemia. Le foto sono strutturate in una narrazione romanzesca, in relazione con la città e la natura, interagendo con i sogni e l’immaginazione, espandendola con il mondo che ci circonda e creando un contesto trasognato ed onirico. Il timbro è fortemente esistenziale, marca lo stato d’animo armonioso e di grazia nel quale Smith ha percorso un flusso nel quale raccontare una storia. Il lavoro del regista Andrei Tarkovsky ha avuto una grande influenza sul suo linguaggio, se ne possono ritrovare le tracce anche in questo corpo di lavoro.

Ascension si compone di fotografie scattate a Londra, Venezia e Tokyo, che esplorano un territorio nascosto della mente e del cuore, attraversando il mondo esterno composto da un paesaggio urbano ibrido. Sono state scattate durante un periodo di profonda instabilità nella vita nell’autore, soprattutto per la morte della sua prima moglie, e

riflettono un viaggio interiore che l’artista aveva bisogno di completare, attraverso la paura e il dolore, per riprendere il coraggio e ritrovare la lucidità mentale.

La serie unisce la fotografia di strada, quella di paesaggio e quella astratta, per costruire un mondo integrato in cui la realtà è aperta a nuove chiavi di lettura; Ascension si muove attraverso la luce e l’oscurità, la vita e la morte, per “rendere visibile l’oscurità”.

Secondo Boemio: “Le immagini di questa narrazione sono una costellazione sorprendente della vita che si fonde con il personale e il collettivo, unisce il trascendente alla scoperta del paesaggio. Di fondo l’intensità emotiva dialoga con una profonda spiritualità, in questo stato il sublime si diffonde nei particolari, nella scoperta della luce, nell’incedere delle ombre e nell’apparire della luna nell’acqua. Uno slancio che ci regala la percezione della vita composto da un poetico vocabolario visivo. La vita ancora, e ancora, che si svela nei dettagli, regalando stati visivi complessi e intercalati le cui svolte inaspettate aprono mondi inesplorati.”

Ascension ha ricevuto la menzione d’onore ai Lucie International Photo Awards 2020, nella categoria professionale Analogico/Film: Fine Art, nonché le menzioni d’onore al Tokyo International Photo Awards 2022 e al Moscow International Photo Awards 2021.

Inoltre il photobook di Ascension verrà pubblicato nella primavera di questo anno da Red Turtle Photobook, e includerà il testo completo in prosa-poesia, che Smith ha scritto per accompagnare le quarantasei immagini che compongono la serie fotografica.

 

 

Matthew Smith è un fotografo e uno scrittore che vive a Londra, nel Regno Unito. La sua prima serie fotografica, Chora, è stata esposta da Hagi Art, a Tokyo, nel gennaio-febbraio 2020, e al Landabout, sempre a Tokyo l’anno successivo. Ha esposto Chora anche all’Arte Spazio Tempo di Venezia, nell’aprile 2021.Il suo primo romanzo è The Waking (pubblicato da Wundor Editions, nel 2017). La sua prima raccolta di poesie è Sea of the Edge (pubblicata da Wundor Editions, nel 2018). Le sue poesie sono state pubblicate su riviste e periodici tra cui: The London Magazine, Acumen, Envoi, Poetry Salzburg Review e Orbis. È stato il vincitore del London Magazine Poetry Prize, nel 2018. Ha vinto anche l’Orbis Readers ‘Award nel marzo 2019.